Zanzare: meglio la lotta larvicida
Leggi l'articolo per approfondire il tema del contrasto alla zanzara tigre e le strategie che vengono messe in campo dal Comune e dalla Regione

Le zanzare nei nostri umidi e caldi territori di pianura ci sono sempre state e ci saranno sempre, anzi, si prevede l’arrivo di nuove specie che potranno cambiare ulteriormente la nostra sensibilità e preoccupazione verso questi insetti così fastidiosi, che l’evoluzione ha plasmato in forme tanto complesse quanto biologicamente efficienti. Proprio le loro estreme capacità adattative ne fanno la categoria degli animali più temibili presenti nel mondo.
L’insediamento della Zanzara Tigre (Aedes albopictus), per esempio, ha cambiato notevolmente la nostra percettibilità nei confronti di questi insetti. Prima del suo arrivo, potevamo anche avvalerci di fasce orarie durante la giornata con meno zanzare, invece oggi la Zanzara Tigre disturba a tutte le ore della nostra giornata fino alla sera quando finalmente se ne va a “dormire”, ma viene prontamente rimpiazzata dalla Zanzara Comune (Culex pipiens), attiva nelle fasce serali.
Grazie alle ricerche continue la Regione Emilia-Romagna, con il supporto di Ausl, Istituti di ricerca e dei Comuni, da anni lavora, studia, raccoglie dati, costruisce e approva annualmente il Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo delle Arbovirosi. Ad oggi tale Piano rappresenta il documento di riferimento con cui viene definita la strategia di prevenzione per contrastare la possibile diffusione delle infezioni dai virus Chikungunya, Dengue e Zika, trasmessi dalla Zanzara Tigre, e delle infezioni da West Nile virus, trasmesso dalla Zanzara Comune. Sulla base di questo Piano la sorveglianza sanitaria viene infatti sempre potenziata nel periodo di attività del vettore e, in particolare, nel periodo 1° maggio – 31 ottobre di ogni anno (nel 2024 con la Delibera di Giunta Regionale n. 503 dell’25 marzo 2024 è stato approvato il nuovo Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo delle Arbovirosi – Anno 2024)
Sulla base dei precedenti Piani Regionali e coerentemente con il corrispondente Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025, la prevenzione delle arbovirosi si basa sull’integrazione di dati di sorveglianza umana, entomologica e veterinaria e viene realizzata sul territorio regionale attraverso misure di contrasto ordinarie per contenere la proliferazione delle zanzare in area urbana e tempestivi interventi straordinari di disinfestazione solo in casi umani di malattia o di accertata circolazione virale.
Nello specifico, i punti principali della strategia di prevenzione e contrasto, sono i seguenti:
- sorveglianza entomologica e lotta alle zanzare, perseguendo la massima riduzione possibile della densità di popolazione delle zanzare stesse;
- individuazione più precoce possibile dei casi di malattia, per attuare immediatamente le misure di controllo finalizzate a impedire la trasmissione del virus dalla persona infetta alle zanzare e da queste a un’altra persona;
- implementazione di misure per prevenire la trasmissione di queste infezioni attraverso altre vie quali le donazioni di sangue, organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche e quella sessuale.
Da anni quindi tutto è cambiato e sta continuando a cambiare perché i dati vengono continuamente aggiornati e vengono scoperte continue informazioni sui prodotti insetticidi che possono essere o non essere utilizzati contro le zanzare.
Dunque, se non si vuole approfondire il tema o condividere i dati e i consigli dei ricercatori perché semplicemente non si ha tempo, né curiosità in merito, occorre però non fare lo sbaglio di diffondere vecchie e retrograde informazioni in merito al problema zanzare. Spesso, infatti, si sente dire, nella forma di domanda polemica “Ma in passato si facevano trattamenti continui nelle strade e nelle aree pubbliche perché non continuare?”. Questi commenti dimostrano la scarsa informazione circa l’efficacia e l’impatto sanitario e ambientale dei trattamenti contro lo stadio di adulto delle zanzare e contribuiscono a diffondere un cattivo atteggiamento di scarsa collaborazione: il problema, specie quello della Zanzara Tigre, è di tutti e pertanto va affrontato da tutti.
Si è invece consapevoli del fatto che a oggi tanti cittadini si sono sensibilizzati al tema e in modo corretto si pongono il problema di come mai da anni la Regione e i Comuni hanno scelto di ricorrere ai trattamenti adulticidi (vogliamo sottolineare, sempre impattanti perché non esistono a oggi trattamenti “biologici” non pericolosi per la salute e l’ambiente) solo in caso di potenziale emergenza di un’epidemia da virus trasmesso dalle zanzare.
Sul fronte economico, nemmeno i costi sono motivo di privilegiare la prevenzione e la lotta contro lo stadio larvale. Lo sappiamo tutti che fare un trattamento adulticida a oggi costa veramente poco e sicuramente meno di tutti le azioni che il Comune mette in campo per rispondere alle indicazioni del suddetto Piano, come la lotta larvicida, i controlli dei fossati e delle tombinature, la comunicazione, ecc
A oggi non esistono alternative agli adulticidi se lo scopo è impedire la diffusione dei casi virali che devono essere affrontati immediatamente. Ecco perché tali trattamenti possono essere fatti dai Comuni solo quando scatta l’allerta e la comunicazione dell’Ausl in merito a eventuali casi sospetti di malattia presenti sul territorio. In definitiva la domanda legittima e di buon senso è “Perché anche il Comune di Mirandola, come tanti altri, ha scelto di seguire il Piano Regionale?” Semplicemente perché ha a cuore la salute dei propri cittadini, e questo è il motivo prioritario
Se quanto finora illustrato non sia stato sufficiente a chiarire quale sia la strategia idonea da adottare per contrastare le zanzare, valgano le seguenti altre informazioni. Le sostanze tossiche diffuse con i trattamenti adulticidi, se da un lato sono una fonte di rischio per la salute pubblica, dall’altro hanno un impatto ambientale non trascurabile connesso alla loro tossicità e alla loro assenza di selettività. Infatti, gli insetticidi adulticidi hanno un effetto abbattente immediato, di breve durata. Inoltre, il meccanismo d’azione basato su effetti neurotossici (perché agiscono sul sistema nervoso provocando agli insetti paralisi e morte, con danni acuti più contenuti negli animali di maggiore taglia) ampia l’effetto letale e tossico nei confronti di insetti non nocivi come farfalle, impollinatori (api, bombi e tanti altri), di efficienti predatori di zanzare come i pipistrelli, le libellule, i gechi e tanti uccelli insettivori, nonché, potenzialmente anche nei confronti di animali domestici (gatti, ecc.). Tra l’altro, meno predatori naturali significa minore biodiversità e dunque, sempre più zanzare.
Gli effetti dannosi degli insetticidi si manifestano anche sulla salute umana, in particolare sui bambini e sui feti nel grembo materno, che non possiedono ancora un metabolismo efficace a neutralizzare gli effetti di queste sostanze chimiche.
Non per ultimo il tema della resistenza agli insetticidi che le zanzare possono sviluppare per effetto della pressione selettiva che l’abuso dei trattamenti provoca. Un fenomeno grave e preoccupante perché se la resistenza si instaura nella popolazione delle zanzare, i trattamenti diventano inefficaci e noi rimaniamo disarmati di fronte ad uno scenario di rischio epidemico.
Per concludere: per affrontare in modo corretto e informato la fastidiosa problematica delle zanzare diventa fondamentale la collaborazione veramente di tutti. Occorre aver fiducia sul lavoro continuo e professionale che viene svolto da Ausl, Regione, Comuni, ricercatori e tecnici che continuano a studiare e a inseguire possibili nuove azioni da mettere in campo. Contemporaneamente occorre che ogni cittadino sia attivo nel proprio privato adottando misure preventive di lotta larvicida, coinvolgendo e suggerendo comportamenti corretti ai vicini, perché le azioni condivise migliorano la vivibilità delle varie zone di residenza!
A metà luglio, come avviene da ormai vari anni, la sorveglianza entomologica e veterinaria, attivata a seguito del Piano Regionale di Sorveglianza e Controllo delle Arbovirosi 2024, ha evidenziato il riscontro di positività da West Nile virus nella specie cosiddetta Zanzare Comune, catturate nelle trappole della rete di monitoraggio collocate in provincia di Modena, questo riscontro ha fatto quindi scattare il livello di “rischio 3” con la messa in atto di interventi di controllo e di prevenzione dell’infezione nell’uomo e negli equidi. In particolare, anche il Comune di Mirandola oltre agli altri continui interventi larcicidi, ha avviato la mappatura e la successiva programmazione degli interventi adulticidi preventivi da effettuarsi in caso di manifestazioni che si svolgano in aree verdi all’aperto non interessate dalla disinfestazione ordinaria preventiva con larvicidi. Per quanto riguarda la numerosità di pubblico che può far scattare questa disposizione viene indicato, a titolo indicativo, il numero di 200 partecipanti.
Il sentirsi parte di una società civile vuol dire anche sentirsi attivi cittadini pronti a rimanere sempre informativi su quanto è possibile fare per contribuire a migliorare la vivibilità di tutti. Per cui vogliamo continuare a sollecitare e a credere nella collaborazione di tutti affinché ognuno contribuisca a non far proliferare le zanzare ma attivi tutti i comportamenti preventivi che con il supporto dei Comuni delle Ausl e della Regione potranno veramente fare la differenza
Il CEAS La Raganella